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Gli abituali lettori di queste pagine ricorderanno che la squadra principale
della Gavarnese Calcio chiuse la prima parte della stagione 2012/13 nella quinta posizione della classifica del girone D del campionato di romozione.
Il 13 gennaio si è disputata la gara di recupero dell’ultima giornata di andata (gara che era stata sospesa per le avverse condizioni
meteorologiche): Gavarnese- Sellero è finita con uno 0-0.
Il campionato è ricominciato domenica 27 gennaio, con la partita Gavarnese-Rudianese (si è visto ancora uno 0-0). Il 3 febbraio, in casa del
Foresto Sparso, i verde-arancione hanno conquistato tre punti preziosi contro la squadra seconda in classifica, riuscendo così a guadagnare una ulteriore posizione in graduatoria. La compagine di mister Andrea Foresti sarà in grado di mantenere tale posizione e approdare ai playoff? A fine campionato, a metà maggio, vi accederanno la seconda, la terza, la quarta e la quinta squadra in classifica; la prima classificata salirà direttamente in Eccellenza. Molti sarebbero contenti di vedere la “Gavarnese” anche solo raggiungere la salvezza matematica con un discreto anticipo.
A questo proposito si è pensato di chiedere un parere al presidente della
“Gavarnese”, Giampietro (Fabio) Pezzotta, subentrato nell’estate scorsa a Franco Longhi alla guida della società. Franco Longhi, a sua volta, era succeduto a Marino Foini, storico presidente e fondatore (insieme ad altri) della Gavarnese Calcio, deceduto il 9 febbraio 2012. Giampietro (Fabio) Pezzotta ha cinquantacinque anni; è nato a Gavarno e risiede a Nembro.
Dopo essere stato uno dei giocatori della prima squadra della “Gavarnese” negli anni ’80, ne è stato vice-presidente per circa un ventennio. Ecco come ha risposto alle domande che gli sono state rivolte.
Per molti anni sei stato vicino a Marino Foini. Nel tuo attuale ruolo di presidente ti capita di avvalerti di alcuni suoi “insegnamenti”? «Sicuramente sono stato influenzato da Marino Foini e dai suoi modi di fare, anche se devo dire che Marino aveva più “polso” rispetto a me: quando decideva una cosa, la metteva in pratica. Avevamo idee e caratteri diversi, ma sono stato molto legato a lui, non solo perché costituiva un’“istituzione” per Gavarno, ma soprattutto per l’uomo che era».
Sei soddisfatto dell’andamento delle squadre?
«La prima squadra sta facendo un ottimo campionato, superiore anche alle aspettative. Nonostante i molteplici infortuni e le varie problematiche sorte
nello “spogliatoio” (problematiche che hanno portato alla cessione – sofferta – al Gorle, di Caglioni, rimpiazzato in seguito dall’ex Spreafico), la squadra non si è persa d’animo. Visti gli ultimi risultati, spero, anzi tutti speriamo che essa possa rimanere dove si trova attualmente in classifica. Riguardo agli Juniores posso dire che l’allenatore Bonassoli e il suo staff stanno facendo il massimo per valorizzare la squadra, anche se i risultati faticano ad arrivare. Lo stesso discorso vale per gli Allievi: nonostante il grande impegno messo in campo, i frutti sperati non si vedono ancora».
Credi che il calcio dilettantistico risenta dell’attuale diffusa situazione
di crisi economica e di crisi dei valori?
«Sì, penso che ne risenta molto. I calciatori spesso inseguono il denaro; la
passione per il calcio che noi avevamo una volta si è un po’ persa. Alla “Gavarnese”, anziché acquistare giocatori già affermati, si tenta di inserire in squadra, a fianco dei calciatori con esperienza, qualche giovane».
A questo proposito, quale messaggio vorresti lanciare ai ragazzi che
sognano l’approdo in prima squadra?
«Dico loro di impegnarsi sempre di più! Quando saranno pronti, il loro momento arriverà. E aggiungo anche, mettendoli in guardia, l’esortazione a non “prendere lucciole per lanterne”, cioè a valutare bene le promesse economiche che le società fanno in questo periodo».
C’è altro che vuoi dire?
«La Gavarnese crede nei giovani, perciò mi piacerebbe, in un futuro non
troppo lontano, organizzare, come nel passato, anche una squadra di “pulcini”, per evitare che i bambini residenti a Gavarno debbano spostarsi nei paesi limitrofi. Desidero, inoltre, ringraziare tutti gli amici della “Gavarnese”, dal magazziniere ai miei più stretti collaboratori, dagli
allenatori delle varie squadre al pubblico, senza dimenticare, naturalmente i giocatori tutti: spero che continuino, ciascuno nel proprio ambito, ad impegnarsi ed a seguirci con l’entusiasmo che sino ad ora hanno dimostrato».
Davide Grigis
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